A Rosarno il corteo organizzato per la manifestazione nazionale del
Primo maggio di Cgil, Cisl e Uil. Il corteo si è mosso dall'ex Rognetta,
la fabbrica che fino a gennaio scorso ospitava gli immigrati africani
allontanati dopo la rivolta del gennaio scorso e la successiva reazione
di una parte degli abitanti del paese, con pestaggi e ferimenti ai danni
degli extracomunitari. Alla fine del suo percorso ha raggiunto piazza
Giuseppe Valarioti: qui gli interventi dei segretario generali di Cgil,
Cisl e Uil, Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti.
Ha anche le caratteristiche di una festa la manifestazione nazionale
di Rosarno. Nel corteo, insieme ai manifestanti ed ad esponenti
politici e di varie associazioni, hanno sfilato due bande che hanno
eseguito brani della tradizione popolare. Mescolati ai manifestanti
anche gli attivisti di una associazione, I Giganti, che sfilano
all'interno di grandi sagome di cartapesta su trampoli, creando momenti
di animazione e folclore. Il clima e' di festa e di grande
partecipazione, con gli abitanti delle case, che si affacciano sulle
strade lungo le quali sta sfilando il corteo, che salutano i
manifestanti dai balconi e dalle finestre.
Sono circa 15 mila i partecipanti alla manifestazione nazionale per
il Primo maggio a Rosarno. Il dato è stato reso noto dai sindacati sul
palco, allestito a piazza Valarioti.
"Se dovessimo dividerci dai tanti amici immigrati, l'Italia si
fermerebbe". Lo ha detto il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, alla
testa del corteo di Rosarno. "L'Italia è più forte se riesce a far
vivere l'integrazione come fatto positivo: una energia importante per
uscire dalla crisi". Bonanni ha quindi ringraziato le forze di polizia
"per aver assicurato alla giustizia alcuni mercanti di braccia: un forte
esempio che chi trasgredisce la legge deve essere punito. Attraverso la
solidarietà e la legalità, il lavoro per tutti non potrà che
prosperare".
Un bonus alle imprese per le assunzioni di giovani, donne e
ultracinquantenni. E' la proposta del segretario generale della Cisl,
Bonanni, il quale ha chiesto al Governo centrale, alle Regioni e ai
Comuni uno "sforzo inusuale" sui temi dell'occupazione. Il sindacalista,
in particolare, ha chiesto che nei prossimi giorni si svolga una
riunione con i presidenti delle Regioni per una verifica sulla
situazione del Meridione. Andrà quindi fatta, per Bonanni, una verifica
con il Governo centrale "per vedere il da farsi, come superare le
lentezze burocratiche".
Un piano straordinario per il lavoro: lo chiede il segretario
generale della Cgil, Guglielmo Epifani, secondo il quale nei prossimi
anni si prospetta una ripresa "senza occupazione". Da qui la necessità
di "politiche che sostengano lo sviluppo e la ripresa e soprattutto un
Piano per il lavoro".
"Rosarno è una, ma in Italia ci sono tante Rosarno, non solo nel
Mezzogiorno ma anche al nord", ha detto il segretario generale mentre
sfila al corteo della manifestazione nazionale che si svolge nella
cittadina calabrese. "Rosarno è diventata una città simbolo del bisogno
di lavoro e dei diritti di chi lavora, e del rapporto tra la criminalità
organizzata e lo sfruttamento del lavoro".
EPIFANI, GOVERNO FACCIA DI PIU',NON CANCELLI SUD - "Il governo
la smetta di cancellare il Mezzogiorno dai propri interessi, scelte e
politiche". Così il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, è tornato dal
palco nel corso del suo intervento, a chiedere un "vero e proprio piano
per il lavoro e la disoccupazione". "Ci sono tante aziende che chiudono
nel nord, al centro e nel sud - ha detto - ma quando chiude un'azienda
al sud non è facile trovare un'azienda che riaprirà. Chiediamo al
governo di fare di più perché questa è una crisi difficile che durerà".
Il segretario della Cgil ha chiesto anche che ai lavoratori immigrati
sia consentito di restare in Italia finché percepiscono gli
ammortizzatori sociali e non siano costretti a tornare alla
clandestinità. Epifani ha anche giudicato "privo di umanità mandare via
dalle scuole e dagli asili bambini perché i genitori non ce la fanno a
pagare le rette".
Le mafie "soffocano le libertà e i diritti: liberarsi dalle mafie
significa liberare la dignità di chi lavora". Parole scandite dal
segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, nel comizio. "Oggi
siamo a Rosarno - ha detto - per dare un segno di speranza e ce la
possiamo fare. Noi non vogliamo lasciare solo nessuno. Rosarno non è
un'altra Italia, è l'Italia; non è un'altra Europa, è l'Europa. La
battaglia la vinciamo insieme e la si vince a Napoli e a Torino, a
Rosarno e a Milano".
''Ancora una volta il sindacato italiano ritrova unita' sui grandi
temi: lavoro, diritti, precarieta' e disoccupazione. Se ci si batte
insieme siamo piu' forti'', ha detto Epifani, aggiungendo: ''ripartiamo,
non fermiamoci a Rosarno''. Per Epifani, e' questa una richiesta che
viene ''dalla piazza, dai lavoratori e dai giovani. Viva il movimento
unitario delle lavoratrici e dei lavoratori italiani'', ha concluso
terminando il comizio.
ANGELETTI, RIFORMA FISCO E TAGLIO COSTI POLITICA - Il
segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, incalza il governo
chiedendo di "cominciare a fare sul serio le riforme"che devono
riguardare il fisco e il costo eccessivo della politica. Parlando mentre
sfila al corteo dei sindacati per il Primo maggio a Rosarno, il
sindacalista ha sottolineato le "due anomalie" del nostro paese:
l'elevata evasione fiscale ed il costo eccessivo della politica. "Da lì -
ha detto - bisogna cominciare a fare le riforme. Bisogna spendere - ha
insistito - per il funzionamento della politica".
Il lavoro nero lo si combatte uniti. E' la convinzione del segretario
generale della Uil, Luigi Angeletti, il quale, nel suo intervento a
conclusione della manifestazione a Rosarno per il Primo Maggio, ha
rilevato come la questione riguardi tutti noi. Per questo, ha aggiunto,
"non possiamo girare la testa dall'altro lato". Per il sindacalista, il
problema del lavoro nero "non lo risolve solo lo stato". "Bisogna
mettersi insieme - ha aggiunto - imprenditori e politici armati di buona
volontà che hanno capito che bisogna migliorare e cambiare".
BONANNI, PUGNO DI FERRO CONTRO LAVORO NERO - Contro il lavoro
nero ci vuole il "pugno di ferro". La richiesta è del numero uno della
Cisl, Raffaele Bonanni, il quale su questo tema ha chiesto una "azione
senza sosta". Per il sindacalista, vanno isolati i "mercanti di braccia
che vivono sul sangue degli immigrati". "In Italia - ha detto - ci sono
ancora sacche di schiavitù. C'é da vergognarsi. Sono cittadini del mondo
mal pagati, calpestati nella loro dignità, ma calpestando loro
calpestiamo anche noi, non esistono confini tra le persone". Parlando
più in generale della crisi economica, Bonanni ha chiesto ai governi di
governare la finanza o sarà la finanza che comanderà, come è successo
negli ultimi venti anni. "La precarietà e la disoccupazione - ha
concluso - è anche causa del dominio della finanza sui governi: occorre
ribaltare questa logica".
Il sindacato sulle questioni "essenziali si unisce", a differenza di
ciò che accade nella politica. E' l'opinione del segretario generale
della Cisl, Raffaele Bonanni, secondo il quale nel sindacato ci sono
pure opinioni diverse, ma "c'é una bella differenza tra il sindacato ed
il comportamento della politica", ha aggiunto. "Il sindacato, seppure
all'interno ci siano opinioni diverse, si unisce sulle questioni
essenziali. Invitiamo la classe dirigente a essere più conseguente".
BERSANI, GOVERNO PARLI DI LAVORO CHE NON C'E' - "Oggi deve
arrivare al Governo un messaggio chiaro: vuoi parlare di lavoro?". Lo ha
detto Pier Luigi Bersani, segretario nazionale del Pd, appena arrivato
ad Empoli per la manifestazione del Primo Maggio. "Il Governo parli del
lavoro che non c'é, almeno una volta - ha detto Bersani -. Forse
Berlusconi ricorderà che era partito, anni fa, con un milione di posti
di lavoro. Adesso quel milione lì manca. Bisogna che ci rimettiamo tutti
quanti a concentrarci su questo problema e bisogna, da domani, che il
Governo cominci a parlare di questa cosa che si chiama lavoro, che è la
preoccupazione numero uno degli italiani". Bersani, in testa al corteo
del Primo Maggio con il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi e
il segretario nazionale del Psi, Riccardo Mencini, è stato accolto da
un lunghissimo applauso.
TETTAMANZI, LAVORO SIA DECENTE E SOLIDALE - Non un lavoro
qualsiasi "ma un lavoro "decente", "stabile", sia per i giovani sia per
chi il lavoro lo ha perso, "un lavoro a misura della propria umanità,
delle giuste esigenze dei propri familiari, delle persone di cui hanno
responsabilità ". E' questa l'esortazione che l'arcivescovo di Milano,
cardinale Dionigi Tettamanzi, rivolge nel giorno della festa dei
lavoratori, unita ad un appello alla "solidarietà ", a ripartire
equamente la riduzione del lavoro. Un testo nel quale è centrale proprio
la crisi economica dalla quale, osserva Tettamanzi, "occorre imparare,
non soltanto uscire; altrimenti, altre e nuove crisi incomberanno domani
come una costante minaccia, pronte prima o poi a rinascere dalle ceneri
di quella appena estinta". "Ma non basta - aggiunge Tettamanzi -
occorre anche si attivi una rinnovata solidarietà tra lavoratori... Non
sempre infatti la difficoltà unisce le persone! Viceversa, soltanto
assieme è possibile giungere a redistribuire più correttamente gli oneri
della crisi oggi e a trovare soluzioni per il domani. Penso ad esempio
ai contratti di solidarietà, che consentono di ripartire in modo equo
una riduzione di lavoro divenuta ormai inevitabile, scongiurando in
molti casi il ricorso al licenziamento. Il lavoro è problema di tutti,
non di alcuni soltanto". Ma prima ancora viene l'esigenza di un lavoro
"stabile": "Come poter parlare ai giovani di speranza - si chiede
Tettamanzi - se mancano così spesso le condizioni basilari per rendere
loro possibile un futuro sereno, che consenta di formare una famiglia,
di realizzare un progetto di vita, di mettere a frutto anni di
preparazione e di studio?".
MANIFESTAZIONE CONFEDERALI A MILANO -
Circa 30 mila persone - secondo gli organizzatori - hanno preso parte
alla manifestazione del Primo Maggio a Milano, intitolata a 'Lavoro,
legalita' e solidarietà, organizzata da Cigl, Cisl e Uil. Il corteo è
partito poco prima delle 10 dai Bastioni di Porta Venezia e dopo aver
attraversato il centro è giunto in piazza Duomo dove si è tenuto il
comizio conclusivo. Alla Festa del Lavoro hanno preso parte
ufficialmente le istituzioni tanto che il 'serpentone' era preceduto da
una banda musicale e dai rappresentanti di Regione, Provincia e Comuni
con i gonfaloni e le fasce tricolori, seguiti da un furgoncini rosso che
ha diffuso musica, canzoni partigiane e slogan. Fra i partecipanti si
sono notate bandiere del Pd e di Rifondazione Comunista, tanti precari e
immigrati, lavoratori di aziende in crisi, disoccupati. Il tutto era
chiuso - come è ormai tradizione - da un nutrito gruppo di militanti di
Lotta Comunista. Tutto si è svolto nella massima tranquillità e, anche
se i temi trattati sono stati della massima serietà (indicativo uno
striscione degli over 40: 'Troppo giovani per andare in pensione, troppo
vecchi per lavorare'), è stato anche occasione per fare un happening
spensierato. Ci sono stati solo due brevissimi momenti di contestazione.
Un gruppo di lavoratori è andato a protestare con fischietti e a
distribuire volantini davanti a una profumeria in corso Vittorio
Emanuele. Poiché il negozio, che era annunciato aperto, era chiuso tutto
si è spostato davanti al Mondadori Multicenter. Quindi quando dal palco
l'assessore milanese al Commercio, Giovanni Terzi, ha portato il saluto
del sindaco Letizia Moratti diversi lavoratori hanno iniziato a
fischiare. Ma tutto è finito rapidamente anche perché i sindacati hanno
apprezzato la decisione, presa dal Comune, di non aver concesso deroghe
di apertura ai negozi. Poi hanno parlato tre delegati sindacali dei
metalmeccanici, Metalli Preziosi, della comunicazione, Telecom, e del
commercio, Sma. E tutti hanno sottolineato "la spostamento dallo
sviluppo industriale alla rendita e alla speculazione finanziaria" e la
necessità di tutelare i dipendenti con politiche di sviluppo e di
sostegno alle imprese in difficoltà e con il rafforzamento e
l'estensione degli ammortizzatori sociali con finalità però di
reinserimento al lavoro. Argomenti su cui hanno insistito il segretario
lombardo della Uil, Walter Galbusera e quelli milanese della Cisl,
Danilo Galvagni e della Cgil, Onorio Rosati fra gli applausi.
Nessun commento:
Posta un commento