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È stato fondato da un piccolo gruppo di appassionati, con lo scopo di informare raccontando storie di territori, di persone, ma soprattutto di passioni. Crediamo nei produttori, quelli che lavorano bene, che rispettano il territorio. Ma in particolare prestiamo attenzione a quelli "piccoli", che con le loro identità portano avanti tradizione e tipicità. Li sponsorizzeremo fieramente offrendo loro uno spazio sulla nostra homepage. Il nostro scopo è divulgare cultura e informazione dando una scelta più ampia dei prodotti enogastronomici, perché amiamo la terra, e chi appassionatamente la lavora.

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Melara, ara del miele

Forse molti di voi non sanno che questo piccolo paese , oggi in terre venete, Rovigo, anticamente fosse uno dei luoghi più importanti per la produzione di mieli. Stiamo parlando di epoca imperiale romana .Questi mieli andavano proprio a Roma per dolcificare le bocche ,i vini e i dolci dell’impero. Parlava di Melara Plinio il vecchio. Parlava anche di Ostiglia , oggi in provincia di Mantova Plinio,mentre citava i “Mieli del Po” ,raccontando di originali pratiche apistiche attuate sull’acqua. Sul grande fiume, a quei tempi, veniva praticata infatti una apicoltura su barca di tipo nomade. Le arnie venivano caricate su barconi in legno. Poi portate, nottetempo nei mesi di maggio e giugno, lungo i canali e gli impaludamenti golenali del Po. Dal delta in direzione della foce. Controcorrente perciò, approfittando della leggerezza iniziale del carico. Nell’impero Romano Ostiglia era un “castrum”, e proprio da Ostiglia partivano le barche del miele per questo viaggio delle “regine delle api”e dei loro alveari, alla ricerca dei fiori e delle bottinature migliori. Arnie rudimentali, in paglia o in terracotta si riempivano così, nei mesi estivi, di miele. Questo cibo,pesantissimo, dopo qualche tempo affondava quasi i barconi. Allora in qualche notte fresca di Settembre, con le prime piene e in favore di corrente si scendeva il grande fiume, si mollavano ormeggi ed ancoraggi ed il prezioso dolce carico aromatico arrivava piano verso Ostiglia e Melara. Lì giunto il miele veniva recuperato dai favi attraverso la pratica antica, e un po’ crudele, dell’apicidio ,oggi del tutto sparito dalla apicoltura moderna. Apicidio significa proprio uccisione delle api. Una volta riempite le giare il miele veniva poi inviato a Roma capitale. Virgilio, apicoltore e poeta, nelle “Egloghe”, nell’Eneide e nelle “Georgiche”, delle quali il IV libro è interamente dedicato all’allevamento delle api, parlò diffusamente dell’apicoltura, esprimendo la sua personale preferenza per il miele di timo. Nel 30 a.C., al tempo dell’imperatore Augusto, l’apicoltura era nella sua età dell’oro. Da queste premesse, nel mese di Giugno 2009 è rinata sul Po, con un progetto ideato e proposto da Adobio Italia-Adottalvearibio e Mieli Thun e poi condiviso dal Comune di Suzzara e dal Consorzio Forestale Lombardo, l’apicoltura nomade su barca. Una apicoltura estrema che ripercorre proprio le rotte mellifere degli antichi romani e che darà origine ,tra qualche mese, ai “ Mieli del Po”. Le prime otto arnie- che formano un primo apiario- sono state sistemate sull’Isola di S. Colombano nell’omonimo Parco, Isola detta anche dei Conigli, pezzo di terra che sembra galleggiare a pochi metri dagli argini del Po nel Parco di S. Colombano di proprietà del Comune di Suzzara. Questo apiario ha trovato alloggio su un vecchio barcone pontiere. Bee Boat è stata chiamata questa città delle api galleggiante. Questa sarà poi anche oggetto e vetrina per prossime attività didattiche da sviluppare nello svolgimento del progetto. Potrà anche essere un curioso richiamo visivo, con i suoi colori giallo e nero, per tutti i turisti e i visitatori del Parco stesso. Nei prossimi giorni altri apiari verranno sistemati invece nei veri e propri boschi golenali. Questi giovani boschi, decine di ettari, ricordano e ripropongono lungo il Po le antiche foreste planiziali padane. Sono il primo è visibile frutto della bella e importante operazione di rinaturalizzazione golenale resa possibile dalla applicazione della legge Curtera ad opera della Provincia di Mantova. Questi progetti forestali hanno previsto cospicui investimenti in uomini e risorse da parte della Regione Lombardia. L’ attesa ora è tutta rivolta, nel tempo, alla fine del mese di Settembr, a quando cioè i mieli veri e propri , i Mieli del Po, saranno nei loro vasi in vetro e disponibili per l’assaggio e il consumo. Una parte di questi mieli sarà anche utilizzata dalle mense scolastiche del Comune di Suzzara, donati gratuitamente, come prevede la Convenzione di uso firmata pochi giorni fa tra Comune e promotori del progetto, proprio per avvicinare i ragazzi al consumo, avveduto ed evoluto,dei mieli. La presentazione pubblica di questi mieli a Settembre prossimo sarà un evento da non perdere. Il grande fiume infatti ,dopo anni di silenzio, torna a produrre alimenti nella sua anima più profonda: le isole e le golene. Dieci anni fa oggi, il 19 giugno del 1999, moriva Mario Soldati, uno dei più grandi intellettuali del Novecento italiano, scrittore, regista, sceneggiatore, romanziere, giornalista, saggista, autore del più bel libro sul vino, Vino al Vino il suo titolo, mai scritto in Italia. Grande amante del Po a cui dedico una mirabile trasmissione televisiva. Oggi credo che, se fosse ancora vivo, sarebbe veramente felice di degustare questi mieli antichi oggi rinati. Fausto Delegà

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