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Addio Liz, diva dagli occhi viola




Con la Taylor scompare l'ultima grande star di Hollywood. Gli esordi da diva bambina, le grandi interpretazioni degli anni Cinquanta accanto ad attori come James Dean e Paul Newman, i due Oscar. E la tumultuosa dimensione privata: la collezioni di mariti, il grande amore con Burton, l'amicizia con Michael Jackson. E l'impegno nella lotta all'aids


E' UN PERSONAGGIO davvero a due facce Liz Taylor, l'ultima grande star della vecchia Hollywood morta oggi a 79 anni. La prima è la carismatica, bellissima attrice dagli occhi viola, il due volte premio Oscar - per Venere in Visone (1960) e per Chi ha paura di Virginia Woolf? (1966) - che abbiamo ammirato in tante indimenticabili interpretazioni. La seconda è l'inquieta protagonista delle cronache rosa e del gossip, la celebrità famosa per i suoi amori folli (vedi Richard Burton), per i suoi numerosi mariti, per l'amicizia fedele a star cadute in disgrazia (Michael Jackson) e per la partecipazione instancabile a iniziative benefiche di vario tipo.

Ed è chiaro che, tra le due Liz, quella che alla fine resterà, nella storia del costume e del cinema degli ultimi decenni, sarà la prima: la professionista ricca di talento, la diva bambina di Lassie che superando le insidie di un successo raggiunto troppo presto si è trasformata in una delle interpreti più raffinate di Hollywood. Protagonista assoluta soprattutto della grande stagione dei melò anni Cinquanta, spesso accanto a partner bravi e affascinanti quanto lei. Film come Un posto al sole (1951), con Montgomery Clift; L'ultima volta che vidi Parigi (1954); Il Gigante (1955), con Rock Hudson e James Dean; L'albero della vita (1957), ancora con Clift; La gatta sul tetto che scotta (1958), con Paul Newman; Improvvisamente l'estate scorsa (1959).
Ma quando interpreta queste pellicole di grande intensità drammatica, la Taylor è già una diva dalla celebrità planetaria. Nata a il 17 febbraio 1932 a Londra, figlia di americani provenienti dall'Arkansas che poi si trasferiscono a Los Angeles, la piccola Elizabeth arriva prestissimo sotto i riflettori. Il suo debutto al cinema, infatti, avviene a dieci anni, in There's one born in every minute. L'exploit un anno dopo, con Torna a casa Lassie, primo di una serie di film amati dal pubblico familiare.
Diventata adolescente, l'attrice - bruna, stupendi occhi di un rarissimo colore viola, bellezza morbida e nello stesso tempo insolita - partecipa nel 1949 a Piccole Donne, trasposizione del classico per ragazze in cui impersona la sorella Amy; e un anno dopo viene consacrata come grande interprete recitando accanto al mostro sacro Spencer Tracy nella commedia Il padre della sposa, diretta da Vincente Minnelli. Ma non è nei film più leggeri e divertenti, che il suo talento è destinato a brillare: col suo sguardo intenso, con quella sua aria da sventurata eroina, è il dramma il suo luogo naturale. Come la grande stagione degli anni Cinquanta dimostra.
Non c'è però solo la Liz numero uno, dedita con passione alla settima arte, interprete di grandi autori come Tennessee Williams (vedi La gatta sul tetto che scotta o Improvvisamente l'estate scorsa). C'è anche la Taylor numero due, protagonista assoluta delle cronache rosa, dalla vita sentimentale perennemente in movimento. Dopo i matrimoni falliti con il magnate rampollo Conrad Hilton jr, col collega Michael Wilding e col produttore Mike Tood, la diva dagli occhi viola si innamora di un altro attore, Eddie Fischer, sposato con la star acqua e sapone Debbie Reynolds. E' scandalo. Lui lascia la moglie e la sposa, ma anche questo matrimonio si conclude con un divorzio. Anche perché Liz incontra il vero uomo della sua vita: il grande interprete inglese Richard Burton, suo partner nel superkolossal Cleopatra (1963). Lei ha raccontato così il loro primo incontro: "Lui mi è venuto vicino dichiarando 'te l'ha mai detto nessuno che sei una ragazza carina?'. E io pensai: 'Ecco il grande intellettuale, il grande attore, che se ne viene fuori con una frase così sciocca'. Ma poi ho visto che le mani gli tremavano, e ho provato compassione per lui, ho realizzato che era 'umano': è stato l'inizio della nostra storia".
La coppia d'oro, tutta genio e sregolatezza (lui è un forte bevitore, lei non è da meno) si sposa, divorzia, si risposa. E recita fianco a fianco, in una straordinaria performance a cavallo tra fantasia cinematografica e realtà del loro rapporto tormentato, nel crudissimo Chi ha Paura di Virginia Woolf?. Che porta alla Taylor il suo secondo Oscar. Fallito definitivamente il rapporto con Burton, la cronaca registra altri due matrimoni falliti: col senatore John Warner e con Larry Fortensky. L'ultima separazione è del 1996.
Non ci sono solo le peripezie sentimentali, però, a riassumere l'intensa vita personale di Liz: ci sono anche i problemi di sovrappeso, l'alcolismo, una sorta di alone di drammaticità che l'ha sempre circondata. Ma ci sono pure le cose positive: l'amicizia senza riserve per Michael Jackson, che lei ha sempre lealmente difeso anche nel periodo delle accuse di pedofilia e del processo; e soprattutto l'impegno pubblico per le buone cause. La lotta all'Aids, in primo luogo che la vede in prima linea per decenni. Anche perché il virus aveva portato via il suo vecchio amico Rock Hudson.
Gli ultimi anni sono segnati invece dai suoi problemi di salute: la diagnosi di una grave disfunzione cardiaca, il cancro alla pelle, due polmoniti. Disavventure a cui ha sempre cercato di reagire con la forza di un leone, e perfino con una dose di leggerezza: "Non mi sono mai presa molto sul serio", ha dichiarato una volta. Anche per questo suo insospettabile understatement, la ragazza con gli occhi viola ci mancherà molto.






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