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È stato fondato da un piccolo gruppo di appassionati, con lo scopo di informare raccontando storie di territori, di persone, ma soprattutto di passioni. Crediamo nei produttori, quelli che lavorano bene, che rispettano il territorio. Ma in particolare prestiamo attenzione a quelli "piccoli", che con le loro identità portano avanti tradizione e tipicità. Li sponsorizzeremo fieramente offrendo loro uno spazio sulla nostra homepage. Il nostro scopo è divulgare cultura e informazione dando una scelta più ampia dei prodotti enogastronomici, perché amiamo la terra, e chi appassionatamente la lavora.

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Zaia: vino e guida, ecco il decalogo delle domande che nessuno fa

“Guida e bere possono andare d’accordo. Basta rispettare la legge. Perché, invece di demonizzare il vino, i moralizzatori dell’ultima ora non dicono che tra le cause principali di incidenti stradali ci sono le violazioni del codice della strada, l’eccesso di velocità, la stanchezza e la distrazione, causata spesso dal cellulare e dal fumo, oltre che l’abuso di farmaci? A chi oggi punta il dito contro le imprese vitivinicole ricordiamo che sono soprattutto droga e superalcolici, venduti anche nei supermercati e nelle imprese di intrattenimento notturno che due anni fa ci si è affrettati a difendere, a dare lo sballo e a far perdere il controllo”. Così il Ministro delle politiche alimentari e forestali Luca Zaia da Pantelleria, dove oggi ha discusso di vitivinicoltura eroica, tornando anche sul tema della demonizzazione del vino, dibattuto in questi giorni. A questo proposito, il Ministro ha presentato alla stampa il decalogo delle “Dieci domande che nessuno fa”. “La stessa Oms – ha detto il Ministro – ci ricorda che le cause che provocano gli schianti sulla strada sono molteplici e spesso collegate tra loro. Puoi essere prudente e virtuoso, ma se le strade e la segnaletica non sono adeguate, o se non hai dormito a sufficienza o assumi farmaci che danno sonnolenza e distrazione, il rischio aumenta in modo esponenziale.” “Per una persona sana, bere due bicchieri di vino a tavola non significa certo ubriacarsi. Perché non si educa a un modo di bere moderato, consapevole, di qualità, invece di tacere sull’abitudine, ormai diffusa tra i giovani, di andarsi a comprare superalcolici nei supermercati, dove non c’è nessun controllo o limite di acquisto, e drink per bere, spesso a stomaco vuoto, e raggiungere velocemente lo sballo?” E ancora: “Non si dice che è aumentato il consumo di farmaci come antidepressivi, tranquillanti e antistaminici; che è cresciuto il consumo di cocaina; che spesso si guida per ore e ore accumulando uno stress psicofisico enorme; che si parla al cellulare mentre si guida; che c’è chi si mette in macchina dopo un’intera giornata di lavoro o senza aver dormito neanche un’ora; che la cattiva manutenzione dell’auto e il mancato uso delle cinture provocano incidenti particolarmente gravi. Si preferisce al contrario levare gli scudi e agitare spauracchi. Noi, invece, vogliamo dire la verità, costruire e aiutare a ritrovare la cultura del buon cibo e del buon bere, che trova nel nostro Made in Italy un giacimento ricchissimo e che tanti riconoscimenti ha ottenuto dalle comunità scientifiche internazionali”.

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