Il mito delle origini dei Traci si confonde con quelle del loro dio più misterioso: Dioniso, uno dei più inquietanti dei dell'Olimpo greco, signore dell'irrazionalità e dell'ebbrezza che gli studiosi di un tempo ritenevano appunto originario della Tracia, regione corrispondente al settore orientale della penisola balcanica, attualmente divisa in Turchia, Grecia, Bulgaria.Le prime notizie storiche della zona risalgono ad Erodoto: a partire dal VI sec. a.C. infatti, le relazioni fra le tribù di cacciatori seminomadi, ricchi di miniere, foreste e prodotti agricoli di ogni tipo, e le raffinate ma povere città greche eternamente affamate di nuove risorse, s'erano fatte più intense, ora ostili, ora amichevoli, ma sempre comunque vivide di scambi.Erodoto afferma che Artemide, Ares e Dioniso costituiscono la triade di divinità traciche. Tutte le religioni di ceppo indo-europeo infatti hanno una loro trinità dominante sulle altre forme divine. Il nome di Dioniso si confondeva talvolta con quello del dio Reso, abile cacciatore e guida agli inferi, che percorre a cavallo tutti i Balcani. Tra i due è frequente uno scambio di identità: nella regione dello Strimone si affermava che il nome dell'eroe a cavallo fosse proprio Dioniso, in Grecia si narravano invece le profezie di un eroe di nome Reso, che serviva Bacco sul monte Pangeo, in qualità di sacerdote. Attualmente la teoria ormai classica di un Dioniso di origine tracia è contestata dagli studiosi che lo vorrebbero ancora più antico... ma in realtà la contraddizione è più apparente che reale: le origini dei Traci non sono meno misteriose di quelle del loro dio, il loro dialetto appartiene al gruppo tracio-frigio' come appunto le leggende dei primi riti dionisiaci. Originario o no Dioniso godette in queste terre di un culto appassionato: lo veneravano gli edoniani sul monte Pangeo, i coloni di Anfipoli, i Satri del Rodope, dove si trovava un santuario ancora intensamente frequentato in età cristiana.L'idea che Dioniso potesse essere una divinità dall'accentuato carattere oracolare è tipica della Tracia, poiché in Grecia questo particolare aspetto era riservato ad Apollo. Non è escluso tuttavia che Dioniso ne rappresenti il "doppio" notturno, secondo la ben nota intuizione nietzchiana, che ha ricevuto in questo molte conferme, soprattutto dagli studi di Jeanmaire.Greci e Traci si trovavano d'accordo sul fatto che Dioniso proteggesse dalla peste e nel periodo ellenico il Mar Nero pullulava di gruppi dionisiaci organizzati a piccole confraternite.In questa zona egli era ritenuto molto più importante dello stesso Zeus, che, non dimentichiamolo, gli era padre.
Le feste in onore di Dioniso
La più antica festa tributata a Dioniso consisteva in una danza notturna in una selva sacra, scelta preferibilmente su una montagna, che culminava nel divoramento di un animale vivo predisposto al sacrificio: diasparagmos.In questa prima fase il parossismo è raggiunto semplicemente con la musica, soprattutto con quella acutissima dei flauti: non c'è nessuna notizia dell’uso del vino o d'altre bevande inebrianti.Perché Dioniso desidera un sacrificio così cruento? Forse per vendicarsi di Hera, dea del matrimonio inteso soprattutto come ordine imposto dalla società alla natura?Se di fatto tutta la vicenda di Dioniso si pone fuori da questo ordine, il dio non sembra curarsene in alcun modo, ne’ manifesta desideri di sopraffazione e di vendetta, anzi, appena raggiunta l'età della ragione ed appresa la verità sulla propria nascita scende nell'Ade, riprende sua madre e se la riporta a casa felice e contento.Questo episodio richiama alla mente un'altra figura, meno lieta e fiduciosa nelle proprie capacità: Orfeo, forse appunto un sacerdote dionisiaco, certo musico e poeta, divorato dalle baccanti stesse in un'orgia, forse per un tragico errore dovuto al parossismo del momento, o forse perché aveva cercato di porre dei limiti alla sacra ebbrezza.Molto tardiva, certamente alessandrina, la bella leggenda del viaggio nell'oltretomba per salvare Euridice, l'amata sposa defunta.Al contrario, i misteri orfici nascono per familiarizzare l'uomo col suo destino di creatura mortale, destinata all'oltretomba, non certo per sottrarlo. Il mito di Dioniso accoglie questo aspetto della religione orfica e lo investe di una carica di ottimismo: nessuna divinità può imitare la sua straordinaria facilità di accesso all'Ade... nonché quella di uscirne!
2 commenti:
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